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Immagine del redattoreAurelia Nuoto

Intervista a Giorgio Minisini dopo gli straordinari risultati ottenuti ai recenti europei di Londra!

Aggiornamento: 23 lug 2018

Un’avventura esaltante, una cavalcata trionfale che ha preso le mosse dal duo misto libero della giornata d’esordio, con Minisini e Perrupato tinti d’argento, e si è conclusa nell’ultimo atto della competizione con il programma a squadre nella sua versione libera, ancora piazza d’onore. Tre argenti e sei bronzi hanno scandito il cammino glorioso dell’Italia del nuoto sincronizzato che agli Europei di Londra ha letteralmente dominato, dando la sensazione che solo madre Russia dista ancora anni luce, seppur nella competizione continentale ha mostrato un filo di insicurezza. Roberta Farinelli, tecnico, Manila Flamini, capitano, Elisa Bozzo, Mariangela Perrupato e Giorgio Minisini sono il blocco Unicusano Aurelia Nuoto che, trasportato in nazionale, ha rappresentato uno degli elementi di solidità che ha fatto le fortune della spedizione azzurra (doveroso ricordare che Flamini e Perrupato hanno il doppio tesseramento che consente di nuotare per il Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro mentre Bozzo nuota per la Marina Militare). Tra i fantastici quattro dell’Unicusano Aurelia Nuoto che hanno impressionato agli Europei di Londra c’è sicuramente Giorgio Minisini, unico sincronetto italiano che all’Aquatics Center ha vinto due argenti prestigiosi, uno in coppia con la Perrupato, nel duo misto libero, uno al fianco di Manila Flamini, nel duo misto tecnico. Giorgio ha fatto un bilancio della sua avventura agli Europei ai microfoni di Radio Cusano campus (89.100 FM e in streaming su www.radiocusanocampus.it).

Giorgio, questi Europei sono stati un po’ come le tue Olimpiadi. Quanto ti pesa non seguire le tue compagne nella spedizione olimpica?

«Non poter andare a Rio è una sofferenza, sono contentissimo di ciò che abbiamo fatto in questa settimana di gare, siamo migliorati tantissimo e anche i giudici ce lo stanno riconoscendo. Io guardo avanti, agli Assoluti, ma non posso negare che le Olimpiadi restano un grande sogno. Spero si possa realizzare a Tokyo nel 2020 anche se già ora i tempi sarebbero stretti. Per il movimento

Giorgio Minisini e Mariangela Perrupato sarebbe l’olimpiade ideale, io avrei 24 anni e gareggerebbe sicuramente anche Bill May, il fenomeno statunitense che ha aperto la strada agli uomini in uno sport che prima praticavano solo le donne».

Parliamo di donne allora. Due argenti vinti per te in questi Europei, uno con al fianco Mariangela Perrupato, l’altro vicino al capitano, Manila Flamini: come ti trovi con l’una e con l’altra?

«Mariangela è la compagna perfetta per il libero, un esercizio dove si apprezzano le differenze tra gli atleti che scendono in acqua. Lei è flu- ida, ha movimenti femminili che si distanziano dal mio stile mentre Manila mi somiglia di più, è dinamica, energica, potente, insomma, le no- stre caratteristiche si addicono a ciò che viene richiesto ad un duo nell’esercizio tecnico».

Rispetto al bronzo di Kazan, dove la tua presenza era elemento di vera novità, qui a Londra hai mostrato più consapevolezza, maggior convinzione. Tu che sensazioni hai provato?

«Sicuramente sono più consapevole dei miei mezzi e poi nel nostro sport a fare la differenza è il tempo che si ha a disposizione per affinare la sintonia con il compagno e per provare all’infinito l’esercizio. Siamo in acqua anche nove ore al giorno e da Kazan a oggi abbiamo lavorato duramente, sia io che le mie compagne di doppio, Mariangela e Manila. Gli Europei di Londra sono stati l’occasione per raccogliere i frutti del nostro lavoro».

L’ItalSincro ha dominato questo Europeo, solo la Russia ha confermato la sua supremazia, le altre come stanno?

«La Russia è la solita potenza e se non si è espressa al massimo è solo perché hanno programmato di essere al top per l’appuntamento olimpico. L’Ucraina sta facendo bene e la Francia è in cerca di conferme. Per quel che riguarda la Spagna stanno operando un ricambio generazionale, hanno talenti in squadra ma hanno bisogno di tempo per crescere. Noi proveremo ad inserirci sul podio, ad ogni gara, come abbiamo fatto qui a Londra. Io non sarò a Rio ma tiferò sul divano per l’ItalSincro».


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