Andrea Mitchell D'Arrigo, classe 1995, fin da piccolo ai vertici del nuoto giovanile approda nella nazionale assoluta del ct Butini raggiungendo importanti partecipazioni e risultati tra cui spicca l'argento europeo del 2014 conquistato nei 400 stile. Nuota in America con i Florida Gator e in Italia con i colori della nostra società dove ha mosso i suoi primi passi da esordiente con uno dei nostri tecnici, Massimiliano Sperduti. Lo abbiamo intervistato per voi ed ecco le sue risposte che arrivano da oltre oceano dove grazie ad una grande abnegazione sta conciliando gli studi e la passione per il nuoto.
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Ciao Andrea innanzitutto ben trovato, come stai?
<<Ciao a tutti, grazie per l’intervista e complimenti per il nuovo sito web www.aurelianuoto.it!
Sto abbastanza bene anche se questi ultimi mesi sono stati molto difficili, sia dal punto di vista
dello studio che atletico.>>
Da dove nasce la tua scelta di spostarti in America?
<<La decisione di trasferirmi negli USA è frutto di tantissimi fattori: in primis è dovuta al fatto
di avere la fortuna di possedere una “dual citizenship”, cioè la doppia cittadinanza, italiana e
statunitense, in quanto mia madre è americana e mio padre è italiano. Sono nato a Roma ma
vissuto e cresciuto tra gli USA e L’Italia, abbracciando entrambe le culture.
In considerazione del doppio passaporto, sin da piccolo insieme ai miei genitori avevamo già programmato che avrei frequentato l’università negli Stati Uniti, così come ha fatto prima di me mio fratello Giuliano. Che in Italia sia quasi impossibile frequentare regolarmente l’univer_
sità ed allenarsi ad alti livelli è questione arcinota ma quando ho iniziato a sperimentare sulla mia pelle tale incompatibilità, decisi di accelerare le pratiche per il mio trasferimento.
Nel 2012, anche a causa del clima che si era creato intorno alla vicenda per il rilascio del mio nulla osta, decisi di anticipare il trasloco e frequentare l’ultimo anno di liceo alla PK Yonge Developmental Research School di Gainesville. In quel periodo avevo già ricevuto numerose proposte da parte dai più prestigiosi atenei americani, inclusa la United States Naval Academy di Annapolis (per la quale premeva mio padre) ma i progetti che mi attraevano di più erano quelli dei Cavaliers della University of Virginia (per motivi di prestigio accademico) e quello della University of Florida (per la reputazione di Coach Gregg Troy e per il programma atletico dei Gators). Inizialmente optai per la Virginia ma il divieto di partecipare ai campionati del mondo di Dubai, imposto dal rettore che non mi avrebbe giustificato le assenze durante la prima settimana di lezioni, mi fece immediatamente tornare sui miei passi e con l’aiuto di Gregg Troy riuscii ad ottenere lo svincolo (un altro!) in tempo utile per non perdere l’anno ed immatricolarmi alla facoltà di International Studies della University of Florida, dove sto per completare il terzo anno.>>
E com’è cambiata la tua giornata tipo da quando sei li?
<<La mia attività quotidiana non ha quasi nulla in comune con quella che svolgevo in Italia, nonostante sia tutt’ora uno studente-atleta, così come lo ero a Roma.
La mattina la sveglia è alle 04:45 tre volte la settimana, alle 06:00 gli altri 3 giorni, anche se il mio alloggio è molto vicino alla piscina (abito con Enzo-Martinez Scarpe) e mi bastano pochi minuti per prepararmi. La Domenica, se non ci sono gare si recupera un pò di sonno, ma non più di tanto, visto che è l’unico giorno in cui si può dedicare del tempo a se stessi ed a rifinire lo studio per preparare gli esami, che non mancano mai.
Si sta in acqua e/o in palestra alle 05:30 o alle 07:30 (dipende dai giorni) per un paio d’ore e dopo l’allenamento si può consumare una colazione vera e propria. Subito dopo la squadra si divide per seguire ognuno le proprie lezioni. Fino all’anno scorso per gli spostamenti da una zona all’altra dell’università utilizzavo la bicicletta ma considerate le distanze ed i tempi di percorrenza, ho dovuto acquistare uno scooter! L’ateneo si estende per oltre 2.000 ettari, è frequentato da circa 50.000 studenti, dei quali circa 8.600 vivono “on campus”. Una vera città nella città, dove spostarsi da una zona all’altra significa percorrere diversi chilometri.
Tra le 12:00 e le 13:00 pranzo alla mensa, seguendo il menù settimanalmente stabilito dal dietologo. Se non ho classi da seguire prima dell’allenamento pomeridiano, oppure dopo, ne approfitto per studiare almeno un paio d’ore, di solito in biblioteca ed a secondo dei giorni alle 14:00 o alle 17:00 sono di nuovo in acqua.
Verso le ore 20:00, se non prima, cena e poi subito in camera a studiare fino a che non cado tra le braccia di Morfeo, quasi sempre con il peso dei libri o del computer sullo stomaco!
Un programma molto intenso al quale riesco però ad aggiungere la mia attività di volontariato.>>
Sei riuscito ad integrarti con la squadra con cui ti alleni? Hai avuto difficoltà?
<<Assolutamente nessuna difficoltà di integrazione, anzi! L’University of Florida ha una cultura ed una organizzazione logistica tale da attrarre studenti ed atleti provenienti da tutte le nazioni del globo. Per toccare con mano questa trasversalità internazionale basta dare un’occhiata al roster di qualsiasi disciplina sportiva. I Gators della squadra universitaria maschile di nuoto, ad esempio, quest’anno annoverano una decina di atleti non statunitensi, senza contare tutti quelli del gruppo internazionale che si allena insieme a noi sotto la guida di Gregg Troy. Anche dopo aver completato gli studi, la stragrande maggioranza degli atleti rimane a Gainesville per allenarsi e poi gareggiare con la propria nazionale d’origine. Per quanti hanno il privilegio di farne parte, i Gators diventano la tua famiglia allargata. Non solo nessun problema ad integrarsi quindi, ma un ambiente dal quale è veramente difficile separarsi anche dopo aver completato gli studi universitari.>>
A quanti anni hai iniziato a nuotare?
<<Come la stragrande maggioranza dei bambini italiani, ho iniziato molto presto a frequentare la piscina. Da piccolo ero quasi refrattario all’acqua e per il figlio di una famiglia con antiche tradizioni di Marina capite bene che questa mia repulsione all’acqua non poteva durare a lungo. Ho iniziato ad andare a lezione di nuoto a 3 anni ed a fare attività sportiva a 6 anni. La mia prima passione è stata la scherma, forse ispirato dalla scelta di mio fratello Giuliano, ottimo nuotatore anche lui ma con la passione per la sciabola. Con la scherma ho iniziato a conoscere i valori dello sport, della competizione e del rispetto dell’avversario. A 10 anni, viste le mie potenzialità, il mio istruttore Massimiliano Sperduti, che non ringrazierò mai abbastanza per avermi trasmesso la passione del nuoto, mi invitò a far parte della squadra agonistica dell’Aurelia Nuoto e per un certo periodo ho continuato a dedicarmi con successo anche alla scherma. Poi gli allenamenti per svolgere entrambe le attività sportive diventarono incompatibili con gli studi e perciò, con un certo rammarico, dovetti abbandonare la scherma ed il mio maestro, per destinare tutto il mio tempo libero e la mia passione esclusivamente al nuoto.>>
C’è stato un momento in cui volevi mollare?
<<Mai. Assolutamente no. Nemmeno quando le cose non vanno per il verso giusto, quando non riesco ad andare forte come mi aspetto dopo i duri sacrifici, quando manco l’obiettivo che mi sono prefissato, quando perdo. So che fa parte del gioco. Lo sport è proprio questo, devi sapere che tutto ciò accadrà e devi avere le forze e la determinazione per rialzarti quando cadi, avere cura di te stesso quando stai male ed andare avanti. Le sconfitte fanno parte della crescita e sono l’occasione per analizzare gli eventuali errori e migliorarsi. Il nuoto mi piace più di ogni altra cosa, mi gratifica lavorare duro ed ambire ad ottenere sempre traguardi più alti. Non posso farne a meno.>>
Chi è la persona che più di tutti ti è stata vicina e ti ha incoraggiato?
<<Sono tantissime le persone che in questi anni mi sono state vicine e che dovrei ringraziare, ma oltre alla mia famiglia, sono immensamente grato ad Arkadij Vjatčanin, un vero amico cui fare riferimento, specie nei momenti più difficili.>>
Qual è stata la tua più grande emozione in acqua?
<<Difficile rispondere a questa domanda perché nonostante la mia età sono tantissime le emozioni che mi ha dato il nuoto, ma credo di aver provato la più forte ai campionati assoluti primaverili del 2014, dopo aver nuotato il mio migliore 200 stile libero (Video Rai Sport) di sempre ed ottenuto la qualificazione per i campionati europei di Berlino.(video SwimmingChannel Finale 200 stile libero)>>
E l’avversario più forte che hai incontrato?
<<Questa invece è più facile, i più grandi campioni di questa era ed anche qualcuno del recente passato li ho incontrati tutti, ma non vi è alcun dubbio che il più forte (di sempre) è Michael Phelps, che mi sono ritrovato spesso nella corsia vicina e che ho anche battuto qualche volta.>>
Che consiglio daresti ad un esordiente che ha appena iniziato l’agonismo di nuoto?
<<Il nuoto è una disciplina dove la formazione tecnica si inizia da piccoli, è uno sport che prevede duri allenamenti e molti sacrifici sia per l’atleta che per la famiglia ma nonostante sia una disciplina individualistica richiede molto spirito di squadra. Il consiglio che posso dare è quello di approcciare il nuoto agonistico sentendosi parte di una squadra, di un team dove tutti si sentano coinvolti e impegnati indipendentemente dai risultati del singolo. Una squadra che abbia un allenatore che aiuti i suoi atleti a superare le difficoltà in acqua e fuori, che non ti consideri solo un buon atleta ma ti faccia crescere umanamente secondo i valori dello sport e del rispetto dell’avversario.>>
Che obiettivi ti sei prefissato per questa stagione?
<<Com’è noto, questa è una stagione particolare per gli atleti di tutte le discipline, il 2016 è l’anno dei Giochi Olimpici ed è chiaro che il mio obiettivo primario è la qualificazione per le Olimpiadi. Tornerò in Italia per disputare i campionati assoluti primaverili gareggiando nelle mie due distanze preferite, i 200 ed i 400 stile libero, sperando di poter nuotare i tempi richiesti dalla federazione. Dai risultati agli assoluti dipenderà il programma successivo ed i conseguenti obiettivi. Parallelamente, voglio completare il terzo anno universitario, mantenendo l’ottima media di voti ottenuta fino ad ora.>>
Non c'è molto altro d' aggiungere se non il nostro più sincero in bocca a lupo a questo giovane dall'indiscutibile valore tecnico e umano.
Andrea Mitchell D’Arrigo
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